giovedì 16 gennaio 2014

Quasi una preghiera

La preghiera secondo  Adriana Zarri
Lasciami pregare in questo modo,  lo so bene che tu non hai niente in contrario e spero anzi  che tu ne sia contento. Fallo capire ai fedeli formalisti e un po bigotti e ai tuoi ministri  troppo affezionati alle formule abituali e collaudate.
Non nego certo che si possa pregare così. A volte è necessario per una preghiera corale. Ma guai se non serbiamo spazio anche per le "formule" personali per esprimerci liberamente e poter parlare con te!
Insegnaci un po di gratuità e di fantasia, ma ti chiedo anche di saper non chiedere, paga soltanto di guardarti, con uno sguardo innamorato, senza altri fini che te.

 amo pregare seguendo il ritmo stagionale",
C'è l'inverno con cui inizia e si chiude l'anno: i giorni sono freddi e corti, eppure l'inverno e utile e la neve è bella: «Sotto la neve pane», dice il proverbio. 
Già a febbraio il filo d'erba inizia a premere tenacemente sotto la cresta della terra per vedere il sole.
C'è la primavera, il momento dell'anno in cui il terreno che pareva morto rivive, il cielo cambia di colore e si celebra la Resurrezione che, come accade nella natura, è un riaprirsi alla vita.
C'è l'estate, stagione panica, in cui è bello distendersi per terra e sentire il suolo crepitare sotto i nostri corpi.
C'è l'autunno che un po'è morte e gli alberi sono spogli, ma è anche il periodo in cui si spilla il vino nuovo e si celebrano i santi.
 Non i santi «deboli e dolciastri», ma piuttosto quelli che tengono gli strumenti dei mestieri in mano e sono proprio come noi: «Gente che si accorge del sole che nasce e che tramonta, che vede quando viene l'inverno e ripone gli abiti estivi nell'armadio».
Questo scrive Adriana Zarri nel suo libro: QUASI UNA PREGHIERA



E questo lo scrivo io , allora  Signore: "Ti siano gradite le parole della mia bocca , il mormorio del mio cuore e l'opera delle mie mani"

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