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lunedì 24 agosto 2015

Una gioia senza spine



Dopo il post sul mare eccovene uno  sulla campagna, non quella vera però . 
La mia campagna è' una riproduzione in scala ridotta e si trova molto,molto in alto.
(Ambiziosetta, lei)
Non c'è molta terra quassù ma è sufficiente per far arrampicare 
le ipomee che crescono a vista d'occhio e i rovi di more thornless, senza spine, ricolmi di fruttini rosso- neri ,lucidi e succosi che  raccolgo a piene mani

Volete! 
Una riduzione in scala la mia campagna ma in cui troverò sempre l'universo delle cose che contano e che parlano direttamente alla mente ed al cuore
"La felicità è raccogliere  more in una fine giornata d'agosto, sapendo che ci possono essere gioie semplici da assaporare e che non necessariamente la stessa deve venire dopo una spina.( Basta piantare more senza spine :-)   :-)   :-)
Un'altro insegnamento datomi dalle mie amate piante.

sabato 30 agosto 2014

Una mora ...un' amore


Rovi senza spine gettano i lunghi tralci carichi di more sulla staccionata . 
Le more sul terrazzo sono belle mature , so , guardandole, che siamo agli sgoccioli dell'estate...
 Le more ... ah, adoro le more!
 E' come rivedermi bambina in campagna con le mani scorticate dalle spine e la bocca sporca ricolma di more succose. La polvere ricopriva i numerosi cespugli lungo i cigli delle stradine sterrate, mentre il caldo degli ultimi giorni d'agosto le tingeva di nero, imprigionando dentro tutti i sapori della calda stagione che lentamente si affievoliva
L'ho amato ed odiato ,questo piccolo frutto nero!
Finiva con l'estate il pesante lavoro dei miei, le more a quella bambina , suggerivano che  mancava poco . 
Solo a vederle , io gioivo!
L'ho odiate , invece, per via della mia carnagione piuttosto scura, perchè mi dicevano che ero una: "piccola, bella mora"
E non so perchè, giuro, io questa frase, la sentivo come un'offesa.
L'ho capito negli anni . Era il retaggio di una certa educazione.
La pelle chiara , nei primi del novecento era delle persone di un certo livello sociale, che avevano una pelle diafana e si nascondevano dai raggi solari , mentre la pelle scura era dei braccianti e dei popolani costretti a lavorare sotto il sole.
Ora , questa distinzione è assurda ,visto le ore che passiamo sotto il sole solo per abbronzarci.
Ora sorrido quando mi dicono :sei  una "bella mora" .
 Sono come  quel piccolo frutto nero, aspro e dolce insieme che regala gioia a chi riesce a raggiungerlo. Non è per tutti i palati, è certo,  ma  solo per quelli che amano le cose semplici e vere  e ... per i coraggiosi






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